Tanti nomi, pochissime differenze
Gnocco fritto modenese o reggiano, crescentina bolognese, torta fritta di Parma, pinzino ferrarese, chisolino piacentino….nomi diversi e piccole differenze per lo stesso gustosissimo prodotto emiliano.
Non e’ un errore grammaticale
Si chiama proprio “il gnocco fritto” e fa’ parte dell’elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) dell’Emilia Romagna.
Radici barbariche
La nascita del gnocco fritto e’ legata all’arrivo del Longobardi nel 588 d.C. nella nostra penisola. Le popolazioni germaniche ,con le loro usanze agroalimentari importarono nel nostro paese lo strutto, ingrediente principale nella preparazione del gnocco fritto. Con lo strutto si preparava un pane povero di ingredienti, ma allo stesso tempo nutriente, saporito e particolarmente energetico.
Gonfio e morbido senza lievito
E’ la presenza dell’acqua frizzante nell’impasto. Quando la pasta e’ a riposo, la pressione dell’anidride carbonica dell’acqua si sprigiona e genera un processo di lievitazione naturale che gonfia le losanghe durante la frittura, rendendo il gnocco croccante e morbido allo stesso tempo.
Salato o dolce…meglio agrodolce
Street food per eccellenza se accompagnato con i salumi emiliani e ormai un classico di fine pasto con la nutella. Da provare pero’ anche con marmellata di prugne o amarene rigorosamente fatta in casa!
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